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CTH 484

Citatio: F. Fuscagni (ed.), hethiter.net/: CTH 484 (TX 07.10.2013, TRit 02.02.2017)



§28'
266
--
266
A
266
B10+2
Vo IV 57 [pa-r]a-a-ma PA[- _ _ _ _ _ _ _ _ Q]A-TAM-MA
266
C
10' [ _ _ _ _ ] PA-NI ÉḪI.A pu-u-r[i- ... ]
267
--
267
A
267
B10+2
Vo IV 57 nu še-ep-[ _ _ ] Vo IV 58 [ _ _ -]ša-m[i-… -a]r-ra-an-zi130
267
C
10' [ ... ] 11' [ ... -i]a 2 MUŠENḪI.A nam-ma []
268
--
268
A
268
B10+2
Vo IV 58 n[a- _ _ ] Vo IV 59 [an-d]a pé-e131[- _ _ _ ]
268
C
12' [ ... -d]a-an-zi
269
--
269
A
269
B1+2+7
269
C
12' nu u-u[r- ... ] 13' [ ... -i]a a-da-ni-ia [ ... ] 14' [ ... ]a tu-eg-[ ... ] 15' [ ... _ -ḫ]a w[a134- _ _ _ _ ]
270
--
270
A
270
B1+2+7
§28'
266 -- [Successiva]mente davanti alle case per il puri parimenti <si brucia>64;
267 -- per lo šepši e per il ḫišamši65 ancora due uccelli si [ . . . ].
268 -- Si port[ano] dentro66 (sc. le statue degli dei),
269 -- si bruciano ancora due uccelli per lo urgi67 e per il ḫuli,68 per il kišḫi69 e per lo adani70 un agnello alle dee DINGIR.MAḪ degli dei e una pecora alle (dee DINGIR.MAḪ) delle parti del co[rpo] degli uomini (e) a Zukki (e) ad Anzili, inoltre si bruciano gli uccelli del bruciare prima71.
270 -- Un uccello per lo enumašši, due uccelli per lo šerdeḫi e per il šerabiḫi72, un uccello per lo alummazḫi73, un uccello per il nešḫi74, un uccello per lo zuzumaki e per il keldi.
Cfr. Haas – Wilhelm 1974, 170 n. a). Si noti che il termine è attestato, tra l'altro, anche nel frammento di rituale KUB 44.58 II 6' (CTH 500), in un contesto in cui sono citate anche le DINGIR.MAḪMEŠ (II 7') e in cui ricorrono altri termini rituali hurriti già presenti in CTH 484: pu-u-ri-y[a (II 6') e [a-š]ap!-ši-ya ḫi-iš-ša-[am-mi-ši-ya].
Così com'è riportata nei due testimoni la frase appare incompleta, a meno che non si voglia supporre un verbo essere sottinteso (così Haas – Wilhelm 1974, 171). Se facciamo riferimento a KUB 15.34+ Vo IV 46' (CTH 483), in cui compare una sequenza di termini rituali hurriti analoga a quella di CTH 484, si può notare come venga usato il verbo warnu- in presenza di wuu-ri-ya che è ovviamente corrispondente a puriya. È dunque preferibile pensare a un'omissione accidentale da parte dello scriba di un forma proprio del verbo warnu- o, in seconda analisi, del verbo šipant-. Si noti inoltre che il sacrificio di uccelli in unione con i Ritualtermini hurriti in un contesto in cui compare anche un edificio (É.DINGIR-LIM), si verifica anche in CTH 472 §§ 29-31 (cfr. Strauß 2006, 263).
Diversamente Haas – Wilhelm 1974, 170 [EGIR]-ŠÚ 2 SILA4! e Haas 2003, 41: [EGIR]-ŠÚ -ma. Dalla foto risulta chiaro che il primo segno della riga, seppur parzialmente in lacuna, può essere la parte finale di RA; inoltre la lettura -ŠÚ non tiene conto della presenza – molto evidente sulla foto – del segno A. Per l'uso di parā in funzione avverbiale con l'enclitica -ma, all'inizio del periodo, cfr. CHD, 122 sgg. s.v. parā 4.a.-b. E 5.
Diversamente Haas – Wilhelm 1974, 170 e Haas 1198, 41: ... 2 MUŠEN[ḪI.A N]A4?-ri RA-an-zi “... schlägt man zwei Vögel auf einem [St]ein”. La foto mostra chiaramente che i segni RI e RA fanno parte della stessa parola; inoltre le tracce dei segni che precedono RI fanno propendere proprio per una lettura AR, piuttosto che parlare in favore di un doppio verticale, da intendere come parte finale di NA4, come appare sull'autografia in KUB 15.
Qui si interrompe Bo 69/56 Vo IV.
Qui inizia Bo 4170 Vo IV.
Qui inizia KBo 54.70 Vo IV.
Qui si interrompe Bo 4070.
Vedi nota alla traslitterazione.
Cfr. rispettivamente Haas 1998, 225: “Sonnenscheibe(?)” e Haas 1998, 220: “Glanz”. I due termini rituali hurriti compaiono quasi sempre in coppia.
Probabilmente all'interno degli ÉḪI.A menzionati nel kolon 268.
Cfr. Haas 1998, 250 con n. 234.
Cfr. Haas 1998, 220.
Si tratta del termine hurrita per “trono”; cfr. Haas 1998, 229.
Haas 1998, 213: “Fußschemel”.
La locuzione piran arḫa [wa]rnumaš non si presenta di facile interpretazione. Essa ricorre frequentemente in IBoT 3.148 (CTH 485, per cui cfr. il glossario in Haas 1998, 295, 303-304) quasi sempre nella grafia semideografica BIL-nu-ma-aš. L'intepretazione porposta segue Haas 1998, passim, che traduce questa locuzione “vorweg verbrennen”, mentre Haas – Wilhelm 1974, nell'edizione di IBoT 3.148 traducono “völlig verbrennen” (meno chiara risulta invece l'intepretazione proposta invece per il passo di CTH 484 – cfr. Haas – Wilhelm 1974, 171 – : “ferner verbrennt man die zum Verbrennen bestimmten Vögel”).
Per questi due termini, cfr. Haas 1998, 241-242; in entrambi i casi si tratta di 'ein Terminus des Wohlbefindens', costruiti sulla radice šir- “angenehm sein”.
Cfr. Haas 1998: 'ein Terminus des Wohlbefindens und der Zufriedenstellung'.
Cfr. Haas 1998: 'ein Terminus des Wohlbefindens. Non è da escludere un collegamente con ananešḫi.

Editio ultima: Textus 07.10.2013; Traductionis 02.02.2017